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Edilizia acrobatica, tre a processo Balconi rifatti senza ponteggi, ferito operaio legato solo con le funi: a giudizio amministratore di condominio

Sempre più utilizzata l’edilizia acrobatica ma non sempre le regole sono rispettate
Sarà stato anche acrobatico (oltre che più economico), quel modo di fare edilizia senza ponteggi e impalcature, con gli operai assicurati solo dalle funi. Almeno in quel caso, però, secondo l’accusa è stato anche poco sicuro. Così l’amministratore di un condominio e i vertici di una società edile sono stati mandati a processo con l’accusa di lesioni gravi nei confronti di un operaio perché, stando ai capi di imputazione della Procura che ha firmato la citazione diretta a giudizio, hanno usato, per i lavori di rifacimento dei balconi, le tecniche della “edilizia acrobatica” non garantendo però la sicurezza.

Con questa scelta, scrive la Procura, avrebbero sostituito “ciò che non era o era meno pericoloso con ciò che era più pericoloso”: mentre l’operaio, “assicurato mediante fune”, si trovava “all’altezza del terzo piano dell’edificio” ed era intento a “procedere alle lavorazioni su un balcone”, il 23 ottobre del 2018, era stato “improvvisamente colpito al petto ed alla clavicola da una lastra in marmo”. E la conseguenza per lui è stata una “malattia con incapacità di attendere alle normali occupazioni per 550 giorni”.

Il decreto della Procura è a carico di tre persone, tra cui l’amministratore del condominio di via Lanfranco della Pira, committente dei lavori, e gli allora vertici della società Edilizia acrobatica spa (anche l’azienda risponde in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti). Secondo l’accusa, l’amministratore di condominio “al momento delle scelte architettoniche, tecniche ed organizzative relative ai lavori” aveva individuato e proposto all’assemblea di condominio, che aveva approvato, quell’azienda “sulla base di un’offerta che assicurava la realizzazione dei lavori in assenza di ponteggi o altre opere”, ma con “sistemi di accesso e posizionamento dei lavoratori in quota mediante funi”

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Così facendo, però, non avrebbe eliminato o ridotto “al minimo i rischi per i lavoratori”. E alla società viene contestato di aver offerto “prestazioni a costi inferiori proprio in ragione del risparmio delle spese derivanti dall’adozione di misure di protezione” nel cantiere.

Fonte : Il Giorno

Pubblicato il 4 gennaio 2022