Il 28 giugno 2016, il Consiglio dell’Unione europea ha invitato gli Stati membri e la Commissione a intraprendere ulteriori azionisulle perdite e gli sprechi alimentari. Nelle sue conclusioni, il Consiglio ha anche affermato che i progressi compiuti nell’attuazione delle misure raccomandate dovrebbero essere valutati periodicamente.

Una prima valutazione ha avuto luogo nel 2018 sotto la presidenza Bulgara. Tale valutazione e uno scambio di opinioni nella sessione del Consiglio “Agricoltura e pesca” del 16 aprile 2018 hanno mostrato che nel complesso sono stati compiuti buoni progressi, anche se alcuni Stati membri erano del parere che fosse necessario fare di più in settori quali la valutazione delle perdite e dei rifiuti alimentari, la fornitura di informazioni ai consumatori e la shel-life degli alimenti.

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile fissa come obiettivo di dimezzare entro il 2030 gli sprechi alimentari globali pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumo domestico e di ridurre le perdite alimentari lungo la catena di produzione e di approvvigionamento, comprese le perdite post-raccolta. L’UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a raggiungere questo obiettivo.

Il 19 dicembre 2019, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha designato il 29 settembre 2020 come la prima Giornata internazionale di sensibilizzazione sulle perdite e gli sprechi alimentari.

Circa 87,6 milioni di tonnellate di perdite e sprechi alimentari sono generati nell’UE ogni anno – circa 173 kg a persona. Più della metà è generata nelle famiglie, mentre una quantità notevolmente inferiore proviene dalla lavorazione (circa il 19 %), dalla ristorazione (circa il 12 %), dalla produzione primaria (circa l’11 %) e dalla vendita all’ingrosso e al dettaglio (circa il 5 %).

L’articolo 4 della direttiva 2008/98/CE sui rifiuti stabilisce la gerarchia che dovrebbe essere applicata come ordine di priorità nella legislazione e nella politica di prevenzione e gestione dei rifiuti. Solo quando le perdite e i rifiuti alimentari non possono essere prevenuti, l’obiettivo è quello di promuovere il riutilizzo e il riciclo.

La direttiva (UE) 2018/851, che ha modificato la direttiva 2008/98/CE sui rifiuti, ha riaffermato l’impegno degli Stati membri a promuovere la prevenzione e la riduzione dei rifiuti alimentari in linea con l’SDG (Sustainable Development Goals ossia gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile), e ha fissato un obiettivo indicativo di riduzione dei rifiuti alimentari a livello dell’UE. Inoltre, ha richiesto agli Stati membri di adottare misure specifiche per ridurre lo spreco alimentare, creare incentivi per la donazione di cibo invenduto ancora commestibile e sensibilizzare i consumatori sul significato di “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro” ; a tal proposito voglio ricordare che il Ministero della Salute in considerazione delle tante richieste pervenute dalle Associazioni di categorie, dichiara che la rideterminazione della shelf-life di un prodotto deve essere effettuata prima del TMC, fatti salvi i casi di alimenti la cui durabilità è stabilita da norme specifiche ( per esempio uova fresche, latte pastorizzato ecc…). Di conseguenza per le carni fresche, introdotte e/o prodotte entro il 16 novembre 2020 e rimaste invendute a causa del rallentamento del mercato a seguito dell’evoluzione dell’emergenza COVID-19, possono essere congelate entro la data di scadenza con indicazione della destinazione al consumo previa completa cottura e commercializzate esclusivamente sul mercato nazionale.

Le eccedenze alimentari come definite all’articolo 2, punto 1, lettera c, della Legge 19 agosto 2016 n.166, possono comunque, nel rispetto di quanto definito dalla medesima Legge, essere oggetto di donazione ai fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi alimentari.

La maggior parte degli Stati membri ha adottato diverse misure a livello nazionale per incoraggiare la donazione di cibo. Esempi di queste includono la riduzione delle aliquote IVA per gli alimenti donati, la revisione della legislazione che promuove le donazioni di cibo e il sostegno alle banche alimentari e alle organizzazioni senza scopo di lucro che distribuiscono il cibo donato.

Nel dicembre 2019, la piattaforma dell’UE ha adottato raccomandazioni con azioni volte a prevenire lo spreco alimentare. Queste includono proposte di misure intersettoriali e settoriali specifiche che gli enti pubblici e privati possono adottare per contribuire a soddisfare l’SDG. Questo significa che tutti gli attori – dai produttori alle famiglie – sono indirizzati e anche chiamati a collaborare di più.

La Commissione ha presentato l’11 dicembre 2019 l’European Green Deal, l’11 marzo 2020 il piano d’azione per l’economia circolare, il 20 maggio 2020 la strategia “Farm to Fork” e la strategia per la biodiversità, guidando così gli sforzi per affrontare le questioni di politica climatica e ambientale, compreso l’impegno dell’UE a dimezzare i rifiuti alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatori entro il 2030.

La Commissione utilizzerà la nuova metodologia dell’UE per misurare le perdite e gli sprechi alimentari e i dati attesi dagli Stati membri nel 2022 come base per stabilire un valore di riferimento e proporre obiettivi di riduzione giuridicamente vincolanti. La necessità di tali obiettivi è stata evidenziata anche dal Parlamento europeo nella sua risoluzione sull’European Green Deal, che sottolinea anche la necessità di un’azione ambiziosa per affrontare il cambiamento climatico e le sfide ambientali che lo accompagnano e chiede di adottare misure per ridurre lo spreco alimentare.

Nella strategia Farm to Fork, la Commissione ha dichiarato che intende sviluppare una comprensione più profonda delle perdite alimentari nella fase di produzione e promuovere un’azione coordinata a livello UE.

In particolar modo si occuperà entro il 2030 di ridurre del 50%: l’uso di pesticidi chimici, le perdite dei nutrienti, le vendite di sostanza antimicrobiche; ridurre del 20%: l’uso di fertilizzanti in modo che il 25% dei terreni agricoli sia dedicato al BIO; inoltre altri obiettivi saranno: sensibilizzare i consumatori a scegliere cibi sani, etichettare meglio i prodotti affinché il consumatore possa scegliere un’alimentazione sana e sostenibile.

La strategia Farm to Fork mira anche a migliorare l’integrazione delle misure per ridurre le perdite e gli sprechi alimentari in altre aree politiche a livello dell’UE, un processo che è anche in corso in molti Stati membri. Per esempio, gli strumenti della politica agricola comune e della politica comune della pesca possono essere usati per incoraggiare l’uso di metodi di produzione e di lavorazione che comportano meno sprechi. Degno di nota è anche il fatto che la valutazione d’impatto per la direttiva (UE) 2019/633 sulle pratiche commerciali sleali nelle relazioni tra imprese nella catena di approvvigionamento agricolo e alimentare ha concluso che alcune delle pratiche commerciali che ora sono state vietate portano a perdite e sprechi alimentari.

Nelle conclusioni sulla strategia Farm to Fork approvata il 19 ottobre 2020, il Consiglio ha accolto con favore le proposte della Commissione per prevenire o ridurre le perdite e gli sprechi alimentari.

I primi risultati comparabili della misurazione delle perdite e dei rifiuti alimentari generati negli Stati membri saranno disponibili nell’estate 2022, per l’anno 2020. La presidenza ritiene che potrebbero fornire una base per rivedere le azioni intraprese fino ad oggi e sviluppare eventuali nuove misure necessarie. Sarebbe anche l’occasione per una nuova valutazione dei progressi compiuti come affermato dal Consiglio del 2016.

Dott.ssa Elena Peluso

Biologa Nutrizionista